Molte sono le forme attraverso
le quali si esprimono le difficoltà esistenziali che
alcuni adolescenti vivono. Il disagio si può esprime
verso l’interno del ragazzo o verso l’esterno.
Se la sofferenza si esprime internamente attraverso un ripiegamento
su se stessi l’adolescente può sviluppare tutta
una serie di disturbi come l’ansia, la depressione,
l’anoressia, ecc..
Esternamente il disagio si esprime attraverso comportamenti
“distruttivi” a rischio di ribellione, di sfida,
di sopraffazione, di devianza, di fuga o di completa rinuncia.
Frequentemente il disagio dell’adolescente è
costituito dalla rabbia e dalla non capacità di gestirla,
dall’incapacità di differenziare, riconoscere
e comunicare e localizzare le proprie emozioni.
L’adolescenza è una fase dello sviluppo, che
va dai 14-15 anni ai 18-20 anni, legata alla costruzione di
una identità adulta, alla sperimentazione di un ruolo
sessuale e collegata all’acquisizione di conoscenze
e ad apprendimenti sociali importanti. Durante questo periodo,
compreso tra la fanciullezza e l’età adulta,
la persona va incontro a cambiamenti radicali che riguardano:
il corpo (maturazione biologica), la mente (sviluppo cognitivo)e
i comportamenti (rapporti e valori sociali).
L’adolescenza, periodo di rapide e forti trasformazioni
sul piano fisico, psicologico e relazionale, rappresenta una
fase particolarmente delicata dello sviluppo dove molte sono
le potenzialità e le risorse, ma elevato è il
rischio di perturbazioni sia intrapsichiche che interpersonali.
Molti adolescenti “vivono” solo se sperimentano
emozioni forti, ma la ricerca di se stessi è molto
complessa è fatta di sfumature ed è ha bisogno
di tempo. Mentre l’emozione forte è breve e non
scalfisce il profondo. Mentre sono le emozioni più
durature e profonde che fanno veramente conoscere noi stessi.
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